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I vizi sorgono dalla paura del vuoto

vizi occulti, vizi e desideri, vizi umani
Qualche bottiglia di troppo!
Scritto da Alexander

Sì, il titolo non è errato, e non si riferisce alla paura delle grandi altezze. Il “vuoto” cui si riferisce è il vuoto alla base dell’esistenza.

Imparando a riconoscere la causa prima di tutti i vizi si entra in possesso di uno strumento formidabile per risolverlo, sempre che ci sia un po’ di consapevolezza e di buona volontà.

I concetti che seguono possono essere applicati a qualsiasi vizio dell’elenco dei vizi, dai più “classici” come quello del fumo, ad altri ai quali non ci si riferisce di solito, ma che possono essere altrettanto deleteri. Si pensi, ad esempio, al vizio di mangiare troppo, di mangiare schifezze, di consumare troppi filmini porno, di assumere stupefacenti o di bere troppo caffè.

Dunque, questa paura del vuoto cui si alludeva, cosa sarebbe esattamente?

Sarebbe l’orrore dell’assenza di attività, di persone e di oggetti. Sarebbe l’incapacità di sapere semplicemente Essere, di stare seduti senza fare niente: senza pensare ai problemi (od ai piaceri), senza avere qualche giocattolo tra le mani, senza vedere la televisione. Tale vuoto esiste quando si affonda completamente nell’adesso… ma si tratta di una “discesa” illuminante e piena di felicità, non di qualcosa da temere.

Nel precedente articolo si sosteneva come ai nostri tempi vi sia una sorta di “consumismo del fare” che ci spinge a svolgere troppe attività, e troppo inconsapevolmente. Ebbene, in quell’articolo si suggeriva di imparare a ridurre le attività che si svolgono giornalmente per riappropriarsi del piacere di dettarsi i propri tempi, di scoprire cosa è che veramente ci soddisfa, di comprendere quali siano le relazioni veramente importanti della nostra vita; in quest’articolo si riprende la tematica, specificando che l’assenza di attività sia qualcosa che spaventa, ma che è importante saper dominare per superare i vizi.

Quindi, per sintetizzare la visione d’insieme dei due articoli valga quanto segue: fare poco e concedersi il lusso di giornate piene solo dell’Essere è altamente utile anche perché ci fa vedere da vicino il meccanismo del vizio.

Ogni vizio è figlio della paura del vuoto: piomba il silenzio in un consesso sociale e ciò ci imbarazza, perché questa è considerata un’anomalia -un’assenza di ciò che dovrebbe essere- per cui si sfoderano gli smartphone e si fa qualunque sciocchezza pur di non “affrontare” quel silenzio. Oppure si scappa a fumare la sigarettina.

Si è soli in casa, magari ci si sente un po’ giù, perchè nel silenzio, nell’assenza di compagnia e di attività, emerge dal flusso ininterrotto dei nostri cervelli, una qualche forma di preoccupazione o paura, allora ci si piazza davanti alla televisione.

E così via: dove vi è una pausa, un silenzio, un’attesa, si fa qualcosa per reagire. Questo qualcosa è probabilmente poco utile o, appunto, uno dei vizi umani.

Il punto centrale di questo e del precedente articolo è che non vi è niente di negativo in tale “vuoto”, per cui non bisogna reagire con azioni automatizzate e qualche volta autodistruttive. Al contrario, questo vuoto, a discapito del nome, è strepitoso.

Capito, ma non mi è ancora chiaro quale sarebbe questo vuoto che è l’origine di tutti i mali.

In realtà, questo vuoto è l’origine di tutti i mali… ma anche di tutti i beni. Questo vuoto, nonostante il suo nome meschino è l’origine di tutto. Meglio è il Tutto.

Non hai capito male. In questi discorsi la logica non vale. O forse vale, ma poco importa. Il punto è  che il Tutto, in quanto tale, non può che comprendere anche il suo opposto, ossia il nulla o, in altre parole, il nostro vuoto. Così come il vuoto assoluto contiene in sè le infinite potenzialità dell’esistenza, quindi anche il Tutto.

Sarebbe ciò che si intuisce praticando regolarmente meditazione, oppure studiando “materiale” di carattere spirituale. Negli insegnamenti spirituali spesso si afferma, infatti, che tutto il creato ha origini dalla stessa “materia”. Tale materia sarebbe l’Essenza di tutto ciò che esiste. La forza vitale, l’Essere, Dio. Capirai bene, quindi, che questo vuoto non ha niente di temibile.

Va bene, passino tutte queste elucubrazioni metafisiche, ma come posso smettere di fumare?

Affrontando il vuoto, ed il sorgere dello stimolo a fumare che origina dal vuoto.

Concediti una giornata di pausa tutta per te, e siedi o sdraiati. Non leggere, non mangiare troppo, e disconnettiti da telefonini e cose simili. Arriverà il momento in cui una “vocina” ti dirà: “adesso ci vorrebbe una bella sigaretta/mangiata di patatine/x”. Non eseguire gli ordini della vocina.

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Qualche bottiglia di troppo!

Nota come tutte le fibre del tuo corpo ti farebbero scattare per soddisfare il “bisogno”, ma non scattare! Nota la rabbia, la frustrazione, le domande che ti fai, come: “e mo’ che faccio?”. Ma non fare quella cosa! Possibilmente, non farne nemmeno un’altra. Ma se proprio non ci riesci, fanne un’altra (per i fumatori, non valgono sigarette elettroniche e gomme alla nicotina)… E comincerai a capire, ad osservarti, a vedere come con un poco di sforzo puoi aumentare l’autocontrollo, puoi anche ridere degli automatismi inconsapevoli cui sei soggetto.

Attento, se sei qui a leggere ed a sentire che hai un vizio, sei già molto avanti. Il vero vizio è quello completamente inconsapevole, quello completamente automatico, quello di cui sei vittima completamente indifesa. Se senti di avere un problema, se sei alla ricerca di modi per sconfiggere il vizio, sei già alla metà dell’opera. Acquista questa nozione positiva.

E se proverai questa resistenza non violenta al vizio, semplicemente non agendo ai suoi ordini, e non agendo in nessun altro modo, sarai già sull’autostrada per sconfiggerlo.

Se hai dei problemi con qualche vizio che ti rovina la qualità della vita, potresti trovare utile il servizio di Counseling Olistico, di cui leggi cliccando qui.

Foto di geralt

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