Oppure: La Correlazione tra avanzamento tecnologico e scoperta degli scopi profondi della vita.

Si potrebbe sostenere che non sia la soluzione ideale quella per cui tutti scoprano le proprie passioni, vocazioni e talenti. Se così fosse, infatti, il mondo potrebbe andare completamente in malora, perchè pochi farebbero quello che “va fatto” e saremmo sommersi dai rifiuti -più di quanto non lo siamo già (vecchi gingilli tecnologici ed auto puzzolenti, ad esempio).

Credo che tenere ingabbiati passioni e talenti sia quello che molti (anche se inconsapevolmente) fanno, e, quel che è peggio, tali soggetti si spingono (sempre inconsapevolmente, o a fin di bene) a tarpare le ali anche a coloro che sono loro intorno. Classico è il caso del genitore che suggerisce (impone?) l’università al figlio perchè “poic’èunlavorosicuro”. Lo stesso accade a livello di ” sistema paese” nei campi e settori in cui non si segue con coraggio l’innovazione e lo scuotimento dello status quo per chissà quale perversa paura, per applicazione del principio meglio la mediocrità conosciuta che il probabile paradiso.

Ma torniamo a concentrarci sull’aspetto dell’individuo, perchè…

[Tweet “migliorando noi stessi possiamo migliorare tutto e tutti”]

Principio fondamentale di SiamoUniverso.

Cosa dovrei fare? Seguire i miei scopi e le mie passioni?

Vivere secondo i miei ideali?

Rifiutarmi di fare un lavoro noioso e banale, e magari ripetitivo? Poi chi pulirebbe i pavimenti? Chi servirebbe ai tavoli? Chi scaverebbe le fosse dove stendere le tubature?

La società crollerebbe nel caos e nell’orrore se io e tutti gli altri che hanno lavori utili ma monotoni si rifiutassero di continuare.

Questi dubbi, all’apparenza sacrosanti e filantropici, sono molto probabilmente scuse di persone che, per svariati motivi, tutti riconducibili alla paura, stanno rifuggendo la scelta di vivere una vita pregna di scopo, e di scegliere un lavoro che sia sorretto ed intriso da questo scopo.

Si tratta di nobili scuse, forse, ma pur sempre di scuse.

Per smantellarle proverò ad ipotizzare cosa potrebbe succedere se gli spazzini smettessero di fare il loro lavoro, le ditte di pulizia chiudessero e gli operai mettessero le loro abilità a servizio di altro che della impresa di costruzioni che gli dà il pane. Cosa succederebbe, insomma, se vi fosse un risveglio della consapevolezza impattante larghe parti della società?

Esiste l’escavatore appassionato…

Cominciamo con il considerare l’ipotesi che vi siano numerose persone che amerebbero proprio questo: prendere una vanga o, meglio, un’escavatrice potente, e scavare ettometri cubici di fossi. Se solo a tutti questi fosse data la possibilità di perseguire la loro passione, e di guadagnare da vivere con questa, saremmo salvi da una crisi mondiale da carenza di escavatori. Ma sembrerebbe che dinamiche e storture del mercato non consentano questa allocazione ottimale della forza lavoro.

Insomma, per vari motivi, è difficile che tutti quelli che hanno una passione per scavare fossi o fare le pulizie trovino proprio il lavoro adatto a loro.

Oppure possiamo pensare che quasi nessuno sceglierebbe, se adeguatamente stimolato a ricercare dentro di se le proprie ambizioni ed i propri ideali, di fare il bidello od il muratore.

Quando ho cominciato a comprendere, grazie alla mia immersione totale nelle letture e corsi di crescita personale, auto-aiuto e spiritualità, lo scopo più autentico della mia vita, ho perso enormemente interesse a fare lavori anche considerati prestigiosi da taluni – come quelli dell’ambito della legge.

Ho compreso che è molto meglio per me, e per il prossimo, che io investa il mio tempo a scrivere questi articoli, dei libri od a tenere piccole conferenze.

Posso sempre concentrarmi enormemente, entrare in uno stato tipo-Zen, concentrarmi sul momento presente, e pulire casa, fare le lavatrici e mettere in ordine, ed apprezzare le numerose sfumature che anche questi compiti semplici possono avere; ma ritengo comunque meglio il fare altro. Preferisco scrivere un bell’articolo in una camera disordinata che pulire in una casa pulita ed ordinata, insomma. Preferisco pagare qualcuno perchè pulisca, facendo anche un lavoro migliore di quello che potrei fare io, ed in minor tempo.

Non sento di poter affermare che pulire casa mia sia più utile che scrivere un articolo che potrebbe ispirare enormemente uno tra le centinaia di suoi lettori ad effettuare un grande cambio positivo nella propria vita. Nel grande schema delle cose, è molto meglio che io scriva.

Quindi, forse qualcuno potrebbe trovare un significato ed un senso di realizzazione nel porre in essere attività semplici e ripetitive, ma credo che si tratti di un numero molto esiguo di persone, se non addirittura di una circostanza impossibile a verificarsi.

Possiamo affermare con una certa sicurezza che se veramente tutti si svegliassero e si impegnassero a trovare i propri veri scopi, ben pochi farebbero gli escavatori, gli spazzini od i camerieri (ove non fosse chiaro, rimane il massimo rispetto e simpatia per tali categorie).

Il bastone e la carota

Chi tra noi è appassionato della compilazione del 740? Sento di poter dire: nessuno. Eppure molti di noi lo compilano, perchè abbiamo assunto questo comportamento, e lo abbiamo anche automatizzato, accettandolo come “minore dei mali” o qualcosa di simile. Si tratta di un comportamento che abbiamo adottato anche perchè condizionati dalla società a svolgerlo.

Per lo stesso motivo – condizionamento sociale o scelta non troppo convinta- molti ricoprono ruoli che non dovrebbero o vorrebbero ricoprire. Quali sono i fattori di condizionamento? Paura di morire di fame, anelare al salario, temere penalità ed onte di vario tipo.

Uno dei più nefasti tentativi di condizionare comportamenti umani per ottenere fini egoistici fu la schiavitù, fortunatamente scongiurata – almeno per noi, almeno in occidente. Ora vi è una forma più rosea di schiavitù: la schiavitù salariale. E riguarda anche colletti bianchi ben pagati.

Tantissimi – troppi?- rimangono impantanati in un lavoro che odiano perchè sviluppano una dipendenza dal loro salario e non ce la fanno a ricominciare in un campo o settore che sia più remunerativo dal punto di vista umano. Ma è solo la paura a decidere in tali casi. Nella visione di una persona consapevole e sviluppata, la prospettiva di barattare il proprio scopo o ideale per un salario rappresenta un affare in perdita, perchè il denaro scisso da ogni scopo ed obiettivo non porta felicità e soddisfazione; dunque, appare chiaro che il salario è una forma soave e moderna della frusta e della catena.

In verità affermo che incamminarsi su un sentiero che porta al prossimo utilità e valori autentici, non dovrebbe essere troppo difficile ottenere da vivere.

Collegandoci all’ipotesi di prima, quella del fare l’escavatore come missione di vita… Posto che pochissimi hanno tali missioni di vita, risulta evidente come i salari abbiano proprio la funzione di “costringere” chi non ha la missione di vita di fare l’escavatore a svolgere proprio tale compito. I salari sono il bastone del sistema “bastone e carota”, sono percepiti come molto più gentili del bastone, ma questo sono, in essenza.

E quale è la carota?

La carota sono le cazzate che possiamo comprare con i soldini, che la mentalità consumistica fa apparire come molto più importanti e necessarie per la nostra realizzazione di quanto non siano in realtà.

Ma con l’aumento delle persone che si risvegliano ed elevano la loro consapevolezza, i bastoni e le carote appena menzionati saranno sempre meno validi come elementi motivanti. Quando diventi più attento, cosciente e consapevole, la tua paura si riduce, quindi tutti gli elementi motivanti esterni che non sono in vibrazione consonante con i tuoi veri scopi perdono il loro potere. In quel caso, potresti essere costretto a fare cose che non desideri molto giusto per quanto ti serve ad evitare di morire di fame, ma sarebbe molto difficile manipolarti ed indurti a fare un lavoro che odi per avere la grana.

Quindi, se tutti domani fossero consapevoli dei loro scopi più nobili, il mondo non andrebbe in rovina. Tutta una serie di compiti di bassa utilità e dignità potrebbero essere tagliati. Le persone non perderebbero il loro tempo a fare attività vuote che non arricchiscono di vero valore nessuno, non si farebbero più giocattolini inutili che non servono a nessuno, non si produrrebbero spettacoli televisivi infimi. Forse qualche grande multinazionale chiuderebbe i battenti, perchè i suoi lavoratori, finalmente illuminati, avrebbero capito che l’azienda, e tutti i propri ingranaggi (i lavoratori) esisteva solo per creare profitto, non per dare valore autentico a chicchessia. Come si può sostenere, per esempio, che una persona consapevole e responsabile possa scegliere di lavorare per una multinazionale del tabacco?

Comunque, è molto difficile che vi sia un risveglio significativo di massa, quindi non c’è nulla da temere: sigarette, cibo spazzatura e cover dei cellulari saranno ancora disponibili.

Automazione e robotizzazione

Io credo che la migliore soluzione, e la più concreta, sul lungo periodo, sia quella della automazione. Grazie all’automazione molti lavori non arricchenti la società e gli stessi lavoratori (in senso umano, non meramente monetario) saranno tolti all’uomo (con suo beneficio).

Automazione, telelavoro, mondo del lavoro

I robot di una volta…

Già adesso tantissimi compiti banali sono stati delegati alle macchine, ed il trend non potrà che continuare, con lo sviluppo inarrestabile della tecnologia. Ed i posti di lavoro non saranno cancellati, con buona pace dei sindacalisti “in ascolto”. I posti di lavoro saranno, e dovranno essere, spostati. Vi sarà bisogno di nuovi tecnici che integrino il lavoro delle macchine. Se tutto va bene, i nuovi posti di lavoro consentiranno di esprimere maggiore creatività e talento. Le macchine ed i robot avranno comunque bisogno di essere “indirizzati” e controllati.

Si potrebbe obiettare che il cambiamento creerà nuovi posti di lavoro di bassa creatività e ripetitivi. Qualcuno dovrà pur pulire le macchine e aggiungere olii e grassi per il loro funzionamento. Probabile, ma sui grandi numeri credo vi sarà un miglioramento complessivo della condizione dei lavoratori (della loro libertà, della possibilità di esprimere i loro talenti).

I lavori resi inutili ed obsoleti dalla tecnologia e dall’utilizzo di macchine non torneranno indietro. I lavoratori in quei campi dovranno adattarsi e fare qualcosa di meglio. Anzi, valga il monito: cerca di capire se il tuo lavorò potrà esserti rubato da una macchina; se sì, cogli la palla al balzo per seguire i tuoi talenti, e cresci, formandoti per qualcosa in cui avrai un vantaggio innegabile rispetto ad una macchina.

Se fondi le tue aspettative di vita a lungo termine sull’idea che tutto rimanga invariato, ti do il consiglio di andarti a giocare tutto ciò che hai al casinò, ti divertiresti di più ed avresti maggiori speranze di successo.

L’automazione che si risveglia…. o l’automazione che risveglia

Propongo un’ idea affascinante, che congiunge due temi tanto cari a me ed ai lettori di SiamoUniverso, nonchè temi apparentemente agli antipodi: Spiritualità e Sviluppo tecnologico. 

L’idea è che probabilmente

[Tweet “lo sviluppo tecnologico segue ed accompagna l’aumento della consapevolezza.”]

Ma anche viceversa. Insomma, lo sviluppo e la crescita Spirituali e Tecnologici si appoggiano a vicenda. Più funzioni “sciocche” sono automatizzate, più tempo si libera perchè alcune persone abbiano la possibilità (sta sempre a loro sfruttarla) di crescere, di capire, di indagare dentro se stessi, di avere l’occasione di regalare al mondo qualcosa di meglio.

Più tempo ci consente di meditare, di fare più attività fisica, di affrontare conversazioni che ci facciano crescere.

E man mano che aumenta, sull’intera popolazione, il numero di ore dedicate ad attività più nobili, si trova sempre più il modo di ottimizzare le attività di minor rango… e di migliorare la tecnologia per automatizzare altre attività di minor rango.

E lo sviluppo della tecnologia diviene magnetico per attrarre forza lavoro ed investitori al fine di migliorare e diffondere l’automazione. E le persone che avranno avuto la possibilità di scoprire le proprie autentiche finalità saranno anch’esse attirate dal “mondo tecnologico” e spinte a dare il loro contributo significativo nel settore.

Un effetto positivo del trovare i propri talenti e scopi e quello di migliorare la nostra vita in un ulteriore senso: si tagliano distrazioni, cose inutili ed abitudini dannose con maggiore facilità.

Eliminiamo il consumo di prodotti inutili e di cibo scadente, o di altri pordotti che hanno un impatto nullo sulla felicità ed il benessere complessivo della società; con ciò rendiamo possibile che le forze impegnate nella produzione di tali oggetti si concentrino a loro volta sullo sviluppo tecnologico benefico per l’umanità, o per servire l’umanità in altro modo più nobile.

Insomma, vi è una simbiosi tra automazione e consapevolezza:

Più si diventa Consapevoli più cresce l’automazione… più cresce l’automazione più vi è possibilità per diventare consapevoli.

Cambio del lavoro, lavorare su internet, telelavoro, robot nel lavoro

Uomo+Tecnologia

Quale è il miglior contributo che posso fornire?

[Tweet “È importante che tu, come ciascuno di noi, dia il contributo migliore che puoi dare.”]

Se sei impantanato in un lavoro che odi per pagare le bollette, stai defraudando il nostro magnifico pianeta non dando la contribuzione che potresti dargli. Sicuramente avrai un bel po’ di ragioni sensate per fare il gioco prudente che stai facendo, ma in fondo sai bene che si tratta di grandi ed ingiustificate paure. Se eliminassi la paura dalle tue considerazioni, le tue spiegazioni continuerebbero a sembrarti razionali?

Il mondo non ha bisogno di nuovi Einstein che lavorano all’ufficio brevetti, indipendentemente da quanti conti vi siano da pagare.

Per favore chiediti ciò:

Stai fornendo il miglior contributo di cui saresti capace?

Se la risposta è un “No” deciso, allora non c’è molto senso nel continuare sulla strada su cui sei, vero? È sufficiente il buonsenso per capire che se sei sul sentiero sbagliato non dovresti continuare a camminare. Quanto più ti trattieni sul sentiero sbagliato, tanto peggio sarà per te e per tutti noi. Forse ci vorrà qualche giorno per “trovare la tua strada”. Forse ci vorrà qualche anno… Ma è meglio essere persi per qualche anno che per una vita intera, per giunta mentendo a se stessi.

Una volta “trovato il tuo percorso” rimane l’altrettanto difficile passo di agire di conseguenza. Per alcuni la cosa è facile, per altri è tra le più difficili (per me è stato e tuttora è difficile). Non farti scoraggiare dalla sfida. Se vi è un grande scopo per te (ed esiste per tutti) allora il tuo dovere e crescere e svilupparti fino al punto di ricoprirlo. Se ci vorranno anni… ci vorranno anni, chi e cosa conta aspetteranno.

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Foto Joshua_Willsongeralt

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