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Recensione di Io Amo di Vito Mancuso

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La copertina di Io Amo
Scritto da Alexander

Per aprire la recensione di Io Amo di Vito Mancuso, deve scriversi che l’opera ha il pregio della brevità, pur non a discapito della pregnanza delle informazioni che fornisce.

Si divide, essenzialmente in due grandi blocchi:

Il primo cerca, in modo ambizioso, a definire esattamente cosa si l’amore. Compito ingrato, data la vastità e complessità del sentimento, che è sotto gli occhi di tutti, eppure così sfuggente ed insondabile.

Il secondo – chiamato “come viverlo”, fa un’ ampia analisi del comportamento amoroso per eccellenza: la sessualità, in tutte le sue sfumature ed accezioni.

Lo stile è generalmente dottorale, ma non risulta mai eccessivamente complicato e farraginoso per il lettore di cultura media. In altri termini: il vocabolario utilizzato e le argomentazioni sono complesse, ricche di citazioni da filosofi, scrittori e scienziati, oltrechè provenienti dalla mitologia greca ed induista. Ritengo molto interessanti le descrizioni delle etimologie delle parole del vocabolario amoroso utilizzato; riflettere sulle origini (o presunte origini) delle parole è sempre un esercizio stimolante, che può rivelarci molto di più sulle parole che spesso utilizziamo senza troppa consapevolezza. Conoscere, anche solo vagamente, la storia di un concetto, ce lo rende molto più significativo.

Nello scrivere di masturbazione, ad esempio, l’autore propone che il termine derivi dall’unione dei termini latini “manus”=mano e “turbare”=turbare o scuotere, oppure, in alternativa, da “mas”=maschio e “turbare”.

Tornando alla bipartizione dell’opera, della prima parte dedicata al tentativo di definire l’amore, ho gradito molto l’assimilazione dell’amore ad un’onda di energia atipica (perchè colpisce solo l’innamorato) che sarebbe espressione della “materia oscura” che, secondo la scienza più recente, sarebbe il misterioso collante che tiene insieme tutto l’Universo. E sarebbe un’onda direttamente conseguente all’impulso creativo che è irrinunciabile funzione dello stesso Universo. Sul punto, non posso fare a meno di ricordare al lettore come su queste pagine si è sempre sostenuto che vi sia un’interconnessione di tutte le persone e tutte le cose, e che la scoperta di questa connessione, ma soprattutto la capacità di viverla, è la principale chiave della felicità e dell’armonia con gli altri, nonché per il raggiungimento dei propri traguardi. Inoltre, la “materia oscura” o “Vuoto cosmico” (che chiamiamo vuoto in assenza di una definizione migliore, ma che, in realtà, è piuttosto un “Tutto in potenzialità”), funge, a mio parere, da “ponte” tra la scienza più illuminata e la spiritualità vera.

L’autore passa a riferire come, recentemente, taluni chimici abbiano sostenuto che l’innamoramento sia esclusivamente… “una questione di chimica”. In sostanza: l’innamoramento dipenderebbe esclusivamente dagli ormoni che il compagno giusto, e non altri, percepirebbe nella persona che lo fa innamorare, e viceversa. Pur riconoscendo parziale validità a tale corrente di pensiero, la critica nella misura in cui esclude ogni possibilità di arbitrio nella scelta della persona di cui ci si innamora. La stessa scienza, aggiunge l’autore, avrebbe scoperto che agli umani mancherebbe l’organo olfattivo espressamente dedicato ad “odorare l’amore”; l’organo è , invece, presente negli animali.

L’opera fa riferimento anche al fenomeno di incantesimi, pozioni ed amuleti d’amore, il quale è ancora capace di creare un giro d’affari di miliardi di euro all’anno.

Ancora, si passa a distinguere l’amore dal mero invaghimento (la cosiddetta “sbandata”), ed a tentare di comprendere se l’amore possa essere compatibile con la sete di conquista che mitizza Casanova od il don Giovanni (il quale sarebbe basato su un racconto di Tirso de Molina – un prete dato alla castità; oppure su una leggenda legata a dei nobili sepolti nelle catacombe di San Gaudioso, sotto la chiesa Santa Maria alla Sanità, in Napoli).

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Io amo di Vito Mancuso: una frase dal libro

La prima parte si conclude con una proposta classificazione dell’amore in base alle percentuali di presenza dei tre elementi dell’ eros (sessualità), della philía (attrazione sentimentale e delle anime, come anche nell’amicizia) e dell’ agapé (amore universale, filantropia, carità).

Nella sezione seconda, quella sul concreto vivere l’amore, predomina una critica –sempre molto bilanciata e motivata- alla morale sessuale della chiesa cattolica. Credo che l’autore si dilunghi eccessivamente in tale critica; questo, a mio parere, è un lieve difetto dell’opera: vi è una preponderanza quantitativa e qualitativa di quest’invettiva (20 pagine a questa dedicata, su 180 totali, più diverse “frecciate” sparse per il saggio); fermo rimanendo che anche la lettura di quest’argomentazione è scorrevole e piena di interessanti citazioni e concetti. Pur condividendo totalmente, in ogni sua parte, la posizione dell’autore in opposizione totale a tutti i divieti vetusti, scollegati dalla realtà biologica, dal buon senso e, cosa non da poco, dai costumi e dalle consuetudini, che la chiesa continua a propinare. Ponendo i cattolici (che hanno tutta la mia compassione: svegliatevi per favore!) di fronte alla scelta: essere credente od essere una persona normale e con una corporeità sana; scelta che, per costrizione, spesso diventa: sono credente ed ipocrita (sempre con riferimento a quei divieti assurdi, si badi).

Sorprendentemente, l’autore esprime una posizione di sfavore verso la bisessualità (anche se molto coerente con il contenuto del resto dell’opera, e comprensibile alla luce di quest’ultimo). Sempre in piena coerenza, l’autore si esprime a favore della scelta dei “transgender”.

L’opera si chiude con una trattazione sintetica, con una tabella sinottica molto utile per future consultazioni, di come le principali religioni del mondo affrontano temi come la masturbazione, l’aborto, l’adulterio e la prostituzione. Dalla quale trattazione emerge, ancora una volta, la disapprovazione dell’intransigenza più marcata da parte della chiesa cattolica.

Insomma, data la pregnanza contenutistica, la brevità ed il prezzo contenuto, consiglio sicuramente il testo a chi voglia riflettere sul più importante e coinvolgente dei sentimenti.

Lo trovi cliccando qui.

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2 Comments

  • Alexander, mi manca in questo articolo la TUA definizione di amore 🙂
    All’inizio lo descrivi come “sentimento”. È una accezione tua o di Mancuso?
    Non ho compreso questo: su che basi Mancuso sostiene la connessione tra la materia oscura e l’amore?

    Un piccolo appunto:
    La “materia oscura” e il “vuoto cosmico” -come l’hai chiamato tu- sono due cose ben diverse tra loro, non confondiamole 😉

    • Ciao e Grazie dell’intervento. L’autore espone che l’amore sarebbe la forza vitale e creativa. L’impulso alla creazione. Presente in tale qualità sia nella “materia oscura” che nelle persone e negli animali quando sono spinte a riprodursi. Nell’umano, l’amore lo spinge alla riproduzione, alla trasmissione della vita ed all’evoluzione (nell’auspicabile prospettiva per cui i figli, in quanto “sintesi” dei genitori, siano meglio di loro sia dal punto di vista genetico che da altri).
      Per quanto riguarda la terminologia, in queste tematiche, ancor più che in tutte le altre, vale la regola, credo, che “i nomi sono puri, purissimi accidenti”. Queste dell’articolo (e le altre tematiche di nostro interesse) sono ai confini dell’esplorazione dell’esperienza umana, e lì, ancor più che altrove, vale l’idea che le parole sono miseri simboli, che possono, al massimo, sperare di mettere un seme nel sentire del lettore, al quale spetta il più arduo compito di comprenderle, metterle a fuoco e farle sviluppare.
      Circa il mio pensiero sull’amore, credo che quello “romantico” possa costituire, per certi versi, un inganno pericoloso, come espresso in: https://siamouniverso.comla-grande-fallacia-degli-amori-romantici