Meditazione

Meditazione buddista spiegata ad un nativo digitale, ma non solo a lui

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La perfezione Necessaria di adesso
Scritto da Alexander

Caro fratello,

Quando mi hai detto per la prima volta di voler praticare meditazione buddista, e di conoscere il significato di “Meditazione”, ti ho dato qualche risposta sommaria- stante anche la difficoltà di spiegare la pratica accuratamente- e poi siamo entrambi passati ad altro.

Ma quando ieri hai detto che per te è difficile studiare per più di due ore, ho compreso che forse la tematica doveva essere affrontata meglio. Ho poi pensato al categorizzazione “nativi digitali”. Tu, anagraficamente, sicuramente rientri nella categoria. I nativi digitali dovrebbero avere capacità di mantenere l’attenzione definitivamente inferiori rispetto a noialtri più anziani, e dovrebbero avere anche la propensione ha svolgere più attività contemporaneamente. Altre caratteristiche che i nativi digitali avrebbero sono la curiosità, la loro apertura a nuovi stimoli e la capacità di rimanere “connessi” a ed in questo mondo ad evoluzione supersonica. Molte di queste sono qualità positive, e mi piace considerarmi un nativo digitale, anche se , per l’età, potrei essere considerato un immigrato digitale, piuttosto.

Fermo restando ciò, si dovrebbe considerare se questi tratti positivi della generazione digitale non siano soppiantati da tratti ed effetti negativi, o che almeno tali sembrano alle persone un po’ più avanti negli anni? Potrebbe, infatti, essere che una radicale provvisorietà e mutevolezza eccessiva si stiano facendo largo nelle nostre coscienze. Potrebbe sostenersi che cose apparentemente non significative come la progressiva incapacità a spendere delle ore in concentrazione costante, oppure il fatto che sempre più persone lamentino di non avere tempo ed energie per leggere quotidianamente siano il nefasto effetto (e forse non così insignificante) di questo stile di vita? Cosa potremmo fare per appropriarci degli ed invigorire gli effetti positivi di questa era dell’informazione e, al contempo, non perdere la capacità di concentrarsi ed applicare sforzi concentrati e sostenuti quando necessario? 

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2.44 MegaByte, eppure miracolosi, avendo la presenza di risconoscerlo…

Mentre rimuginavo su queste questioni ho intuito che forse la meditazione potrebbe essere la risposta alla tua domanda, ed a tante simili, nonché una buona soluzione per me e tanti altri. Quindi ho ricercato alcune informazioni ulteriori sulla mediazione, e mi sono imbattuto in questo splendido libro (Wherever you go, there you are), che ho letto con molta attenzione (ma sarà stata sufficiente?). Mentre leggevo pensavo alla tua domanda, ed ho trovato diverse idee che farebbero al caso tuo, e diverse risposte sul significato e sul senso della meditazione. Credo che se queste idee venissero applicate da te (e da chiunque altro) sarebbe molto più facile studiare per ore intere, ed apprezzare l’attività profondamente, così come apprezzare e rendere più produttiva ogni altra attività.

Spero che troverai i quindici minuti da dedicare a queste mie fantasticherie… Ma, e questo intuirai di più leggendo il libro od avvicinandosi alla meditazione, il tempo si trova sempre. Come ti ripeto spesso: 24 ore è un tempo più che sufficiente a fare tanto altro oltre che guadagnarsi da vivere e preoccuparsi degli studi. C’è tempo a sufficienza per leggere, meditare, dormire e fare un po’ di salutare attività fisica. Cominciamo?

Cosa è la meditazione(buddista)?

Immagina il presente come se fosse uno specchio. Uno specchio che riflette il passato ed il futuro. Dovresti comprendere ed accettare il tuo riflesso in questo specchio. Dovresti essere consapevole di questo momento presente in tutta la sua profondità e pienezza. Non giudicarlo, conoscilo semplicemente. Vedilo completamente ed interamente.

Ogni. Singolo. Dettaglio.

Che ti piaccia o no, il momento presente esiste. Che sia gradevole o meno. Ed anche se il tempo passa, lo specchio rimane fermo. Ti trovi sempre e solo davanti a tale specchio. Tu lo puoi “solo” capire ed accettare. Semplicemente, esso È. Se comprenderai e farai ciò, solo allora potrai capire veramente che fare dopo.

Tutto ciò si chiama Consapevolezza (“mindfulness”, come i fratelli anglosassoni hanno deciso); questa Consapevolezza è il cuore e l’essenza della meditazione. So che gli ultimi due o tre paragrafi possono essere stati un po’ nebulosi, ma perdonami, e fatti il piacere di leggerli ancora una volta, per favore.  In verità, pur avendoli scritti io, non li capisco fino in fondo…

A meno che non diventiamo Consapevoli, non saremmo mai veramente dove siamo; non avremo mai la chiarezza di quali e quante siano le nostre possibilità. Non essendo Consapevoli, ci chiudiamo in un romanzo fantasioso nel quale crediamo di sapere già chi siamo, crediamo di sapere dove siamo e dove stiamo andando, di sapere cosa stia succedendo- costantemente imbavagliati in pensieri, fantasie ed impulsi. 
Diventando Consapevoli, si sceglie di abbandonare questo stato di ignoranza costante su chi siamo veramente e su come sono veramente le cose che ci circondano e la nostra situazione. Per trovare il nostro percorso nella vita, dobbiamo porre più attenzione al momento presente. È l’unico tempo che ci è dato per vivere, crescere, sentire e cambiare. 

Il “lavoro” di risvegliarsi dai sogni in cui solitamente viviamo è il “lavoro” della meditazione buddista: è il lavoro del coltivare sistematicamente uno stato di intensa attenzione. La meditazione buddista, in altri termini, è essere pienamente se stessi, e provare a capire chi si è veramente. La meditazione è capire che si è su un percorso di vita; è capire che questo percorso ha una direzione, e che si sta realizzando istante per istante, ma che ponendo bene attenzione a questo percorso si può godere dello stesso ed, eventualmente, cambiare la direzione.

La Consapevolezza della meditazione significa, semplicemente, fare attenzione, ma in modo particolare: di proposito, nel/sul momento presente, e senza giudizi. Con questo tipo di attenzione, la Consapevolezza è fortemente sviluppata, vi è maggiore chiarezza ed armonia con la realtà di ogni singolo istante. Tale Consapevolezza significa onorare il momento presente e sviluppare un’intensa relazione appagante con lo stesso. L’esatto contrario del dare la vita per scontata. Insomma, un risvegliarsi e vedere le cose per come sono. Buddha significa “colui che si è risvegliato, secondo la sua propria vera natura”.

I pensieri nello stato di (sub)consapevolezza ordinaria, sono come un fiume, od un torrente in piena. Ci trascinano, e ci portano dove decidono loro, sicché, ad un certo punto della vita ci troviamo completamente lontani da dove pensavamo di andare… od in terre completamente sconosciute.

La Meditazione è uscire da questo fiume, sedersi sulle sue sponde ed ascoltare il gorgogliare dell’acqua, ed apprendere da esso, ed eventualmente usarlo per guidarci, non per esserne una vittima. Ma questo passaggio non è automatico, e non è facile: occorre energia in tal senso. E l’energia e lo “sforzo” di coltivare l’abilità di essere attentamente e pienamente nel momento presente è il significato della meditazione buddista.

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Se l’articolo ti ha interessato e vuoi ancora altre spiegazioni su cosa è la meditazione, non perderti la celebre serie Parabola Zen per comprendere la meditazione

Foto Taylor Franz,  Michal Grosicki

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