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Crescita economica ed “egoismo illuminato”

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Il capitalismo deve diventare un motore di VERO miglioramento della vita e del pianeta
Scritto da Alexander

La crescita economica a livello globale ed il diventare ricchi, al livello dei singoli individui, sono fenomeni spesso malvisti. Spesso le persone, quando parlano o pensano alla “crescita” industriale oppure alla creazione di grandi fortune, implicano le seguenti equazioni:

Crescita industriale = Spoliazione ecologica e sfruttamento;

Grandi fortune = Individui spregiudicati e sfruttatori.

Purtroppo, queste equazioni sono spesso accurate, e colgono nel segno. Ma è sempre così? Deve per forza essere così?

Io sono fermamente convinto di NO. La crescita economica, tanto personale quanto delle nazioni, può liberarsi di questi stereotipi cupi. Anzi, credo che uno dei pilastri fondamentali che devono essere stabiliti dentro se stessi, se si vuole migliorare la propria condizione economica e fare attività d’impresa, è proprio questo: liberarsi dai sensi di colpa connessi all’accumulazione di piccole o grandi fortune.

Il precedente consiglio è anche inserito, insieme a molti altri, nel mio libro La Scienza della Ricchezza.

Chi segue il sito da più tempo saprà che uno dei primi articoli analizzava proprio l’utopia di un mondo senza soldi. Nell’articolo si concludeva che l’eliminazione del denaro, od un’enorme riduzione della sua importanza, non avrebbero certo risolto tutti i problemi dell’umanità. Con questo articolo voglio confermare questa idea: il denaro non è lo sterco del demonio. Così come il sistema capitalistico, per quanto infarcito di atrocità ed ingiustizie, non è necessariamente da abolire.

Non bisogna dimenticare che l’attività d’impresa non fa altro che fornire beni e servizi alla popolazione. Coerentemente, nella letteratura personale si sottolinea: dai valore alle persone ed in cambio avrai denaro. Ebbene: se quanto scritto nelle precedenti righe è vero, ne consegue che un’attività d’impresa fornisce beni e servizi che migliorano, in una qualche maniera, la vita delle persone. Quindi, il denaro accumulato non sarebbe altro che il compenso per avere migliorato la vita di altre persone.

I problemi sorgono, ovviamente, quando i prodotti ed i servizi sono inutili od addirittura deleteri, o quando sono acquistati come palliativo per le cose che contano, come relazioni profonde, esperienze che migliorano il carattere o la condivisione.

Ma non possiamo sostenere che questi casi dimostrino l’intrinseca cattiveria del capitalismo e del fare impresa. Semplicemente, qualcuno approfitta del fatto che vi sono persone stolte a sufficienza da spendere soldi per sciocchezze, o di perseguire (destinati alla sconfitta) la felicità acquistando cose.

Una grande ombra nera del capitalismo, e della “crescita” a tutti i costi, è nell’impatto ecologico di questi. In breve: per aumentare i profitti si inquina, si smaltiscono in modo irresponsabile gli scarti di produzione o gli imballaggi.

Ma anche questa ombra non è un male intrinseco del capitalismo, nè del denaro. Anzi, il sistema del libero mercato fa sì che possa farsi impresa, e produrre profitto, anche migliorando l’impatto ambientale del capitalismo stesso. Un esempio ovvio di tale tipo di attività è quello del riciclaggio. Attraverso il riciclaggio è possibile fare denaro “ripulendo” i danni fatti da altre imprese. Ancora: un’impresa può innovare e proporre soluzioni di produzione e trasporto che riducano l’impatto ambientale. Insomma, in questi casi, il denaro ed il profitto agiscono da catalizzatori di idee che, indubbiamente, migliorano la vita delle persone, ed il pianeta.

Del resto, anche il capitalismo più sfrenato non può essere tanto cieco da non considerare che non può continuare a distruggere l’ambiente e la salute delle persone, poichè queste sono un “carburante” essenziale dell’economia. Non si fa profitto se sono tutti morti.

Qui mi ricollego al titolo dell’articolo, ed all’ “egoismo illuminato”. Occorre che l’egoismo intrinseco del capitalismo non sia cieco fino al punto di ignorare la terra ed il prossimo, ne va della sopravvivenza del capitalismo stesso.

Io credo che gli imprenditori di oggi e del futuro debbano memorizzare le ultime righe, ed implementare i loro principi sempre di più nelle loro attività. Solo così potranno, sul lungo periodo, sopravvivere, ed avere i compensi interiori che sono ben più importanti di quelli del portafoglio.

Come già affermato varie volte, il denaro è solo uno strumento. Se usato bene, può arrecare vantaggi a quante più parti coinvolte. Può anche farsi un profitto molto maggiore da un’attività ecologicamente responsabile che da un’analoga attività condotta in modo becero ed irresponsabile. Io mi auguro e credo che quanto affermato si renderà sempre più vero in futuro.

È doveroso che il capitalismo entri in questa fase dell’ “egoismo illuminato”, solo così potrà sopravvivere, e mettere in pratica il grande dinamismo che gli è proprio. Il dinamismo di un sistema che è, per sua natura, destinato alla crescita ed all’evoluzione in tutti i sensi (non solo quello economico).

Non solo, è importante che il denaro (lo ripeto, solo uno strumento) sia messo a buon uso da chi ha la fortuna e l’abilità di accumularne grandi quantità. Con ciò, non voglio semplicemente dare il consiglio, forse anche banale, di fare beneficienza. Intendo, invece, suggerire che coloro che hanno lo spirito imprenditoriale utilizzino e reinvestano il denaro per restituire al pianeta qualcosa. Che investano in imprese “green”, che promuovano iniziative, anche senza scopo di lucro, per diffondere la cultura o la salute, o che abbiano altre finalità benefiche.

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Disegno di geralt

 

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