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L’importanza dell’ “Ascolto Empatico”

ascolto radio
Grandi orecchie per grande conoscenza e miglioramento...
Scritto da Alexander

Nell’articolo “La fondamentale importanza di parlare con gli altri” si illustravano i numerosi effetti benefici del parlare con gli altri. Nonostante il verbo usato nel titolo, però, nell’articolo si sottolioneava come l’ascolto, più che il parlare fosse importante…

Qui si riprende il discorso, focalizzandosi sull’ascolto. Si vuole fare comprendere cosa sia ascoltare veramente, attività sempre più sconosciuta… ma con un grande spreco umano.

Se si ascoltasse meglio, infatti, non solo si farebbe un grande piacere emozionale al proprio interlocutore, dandogli una maggiore dignità, il proprio “spazio” e l’occasione per spiegare le proprie motivazioni; non solo si farebbero tutte queste cose , ma si farebbe un favore anche a se stessi… insomma, anche se sei piuttosto egoista e badi solo al tuo interesse, dovresti convincerti che ascoltare, anche se non sembrerebbe così, ti rende più facile il raggiungimento dei tuoi obiettivi nell’interazione con la persona che ascolti.

Perchè?

Bene, perchè se dai tutte le cose positive di cui sopra alla persona che ascolti, questa sarà molto più aperta a concederti quello che a te interessa (se la discussione vede te ed il tuo interlocutore in ruoli contrapposti). Oltre ad avere una maggiore disponibilità da parte del tuo interlocutore, avrai (avrete) una migliore prospettiva sulla situazione, quindi sarà molto più facile trovare l’accordo che ti soddisfa (o la versione un po’ riduttiva: il compromesso).

Ma occorre l’Ascolto Empatico di cui al titolo.

Il Vero Ascolto, in altre parole: un Ascolto volto a capire… ma a capire veramente, con empatia, appunto.

Per cogliere meglio il significato di “Ascolto Empatico”, seguimi nella descrizione degli altri tipi di Ascolto, le versioni ridotte e povere dell’Ascolto Empatico

Al gradino più basso vi è l’ingorare. Uno parla, e tu pensi ai fattacci tuoi, o peggio, speri che l’altro finisca presto di parlare e sei in radicale opposizione con quanto detto… ma in un’opposizione di prinncipio, decisa all’inizio e per pregiudizio.

Poi vi è l’Ascolto simulato: “eh-eh… sì, sì eh, eh, certo…” ma non hai capito una beneamata.

Con un pelino di dignità in più, troviamo l’Ascolto selettivo

Durante l’Ascolto selettivo sentiamo e, se va bene, capiamo, solo parte di quanto l’altro dice. Lo facciamo o per distrazione, o perchè tendiamo a comprendere solo quello che ci interessa o condividiamo.

Al quarto livello vi è l’Ascolto Attento, o A.A.

Questo ascolto si atteggia a professorone. E’ un’ ascolto impegnato, rispettoso e , soprattutto, con tanta logica. Si, usiamo la logica

Massimo ascolto e sviluppo personale, accedi al tuo potenziale e ascolta

Non bisognerebbe ascoltare cosi

per seguire i passaggi, per cogliere i dettagli, magari le contraddizioni nel ragionamento altrui.

Poi vi è il livello di Maestria… Il quinto livello, quello dell’Ascolto Empatico.

L’Ascolto Empatico, come accennato, è quello che tende alla piena comprensione logica ED emotiva dell’interlocutore, è il massimo ascolto.

Attenzione, non occorre essere d’accordo con l’interlocutore, e manifestargli di essere d’accordo. Ci si riferisce proprio ad una totale comprensione ed immedesimazione nella posizione dell’altro. Potrebbe darsi che si sia d’accordo, tanto meglio… ma qui non si vuole suggerire di essere d’accordo a tutti i costi e, ancora meno, di fingere di essere d’accordo; le conseguenze di tali comportamenti sarebbero, almeno a distanza di tempo, deleterie.

Se si affrontano le relazioni e le discussioni cercando di realizzare un’Ascolto Empatico, si raggiungeranno i grandi benefici di cui si è scritto all’inizio.

L’Ascolto Empatico ci dà la reale ed accurata percezione della posizione dell’altro, rendendo qualunque attività successiva molto più integra, intelligente ed utile.

Ma, come si è anche scritto sopra, tale Ascolto è di estrema difficoltà. Perchè tutti – soprattutto coloro più avanti negli anni… dico a te, genitore 😉 – tendono a proiettare la propria vita nei racconti dell’altro.

Anche a fin di bene, cioè, moltissimi tendono ad affrontare la conversazione volendo vedere delle similuitudini tra quanto affermato dall’interlocutore e quanto da loro vissuto, o provato nel corso della propria vita.

Da questa prospettiva, da questa posizione di ascolto non totale, puro ed empatico, ma di ascolto ai primi quattro livelli (negativi) classificati sopra, è facile fare  uno dei passi (negativi) successivi – erronei. Cioè:

  • Quello o di criticare ed essere in disaccordo con l’interlocutore (io nella situazione simile alla tua ho fatto bene, tu stai sbagliando).
  • Quello di essere d’accordo (anche io avrei/ho fatto così– mi importa più di dire che siamo simili che di capire cosa stai vivendo). Capisci, adesso, perchè essere d’accordo non è necessariamente un bene?
  • Quello di dare i consigli (vedi quanto sono bravo, ho vissuto una situazione esattamente identica, e la lezione che ne ho tratto – che devi trarre- è…)
  • Quello di fare l’indovino strizzacervelli (forse tu pensi così ed agisci così perchè, in realtà, hai questa motivazione nascosta, proprio come la avevo io in quella situazione x)

Possono chiamarsi tipi di ascolto attivo… ma intendendo l’aggettivo in modo negativo, perchè il “fare” che caratterizza l’ “attivo” non è utile. Sarebbe meglio un ascolto passivo (nel senso che lascia tanto spazio all’altro).

ascolto radio

Grandi orecchie per grande conoscenza e miglioramento…

Qualche tecnica o modo per imparare a praticare più Ascolto Empatico?

Prossimamente su questi schermi… intanto, coerentemente con quanto scritto nell’articolo sui principii fondamentali della crescita personale, abbiamo strutturato le fondamenta…

Foto Beverly&Pack e elycefeliz

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